lunedì 27 dicembre 2010
domenica 26 dicembre 2010
sabato 25 dicembre 2010
venerdì 24 dicembre 2010
giovedì 23 dicembre 2010
martedì 21 dicembre 2010
Piccola storia
Una ragazza stava aspettando il suo volo in una sala d'attesa di un
grande aeroporto. Siccome avrebbe dovuto aspettare molto, decise di comprare un libro per ammazzare il tempo.
Comprò anche un pacchetto di biscotti.
Si sedette nella sala VIP per stare più tranquilla.
Accanto a lei c'era la sedia con i biscotti e dall'altro lato un
signore che stava leggendo il giornale.
Quando lei cominciò a prendere il primo biscotto, anche l'uomo ne
prese uno, lei si sentì indignata ma non disse nulla e continuò a
leggere il suo libro.
Tra sé pensò: "ma tu guarda, se solo avessi un po' più di coraggio
gli avrei già dato un pugno..."
Così ogni volta che lei prendeva un biscotto, l'uomo accanto a lei,
senza fare un minimo cenno ne prendeva uno anche lui.
Continuarono fino a che non rimase solo un biscotto e la donna
pensò:
"Ah, adesso voglio proprio vedere cosa mi dice quando saranno finiti
tutti!!"
L'uomo prese l'ultimo biscotto e lo divise a metà!
"Ah!, questo è troppo" pensò e cominciò a sbuffare indignata, si
prese le sue cose, il libro, la sua borsa e si incamminò verso
l'uscita della sala d'attesa.
Quando si sentì un po' meglio e la rabbia era passata, si sedette in
una sedia lungo il corridoio per non attirare troppo l'attenzione ed
evitare altri dispiaceri.
Chiuse il libro e aprì la borsa per infilarlo dentro quando
nell'aprire la borsa vide che il pacchetto di biscotti era ancora
tutto intero nel suo interno.
Sentì tanta vergogna e capì solo allora che il pacchetto di biscotti
uguale al suo era di quel uomo seduto accanto a lei che però aveva
diviso i suoi biscotti con lei senza sentirsi indignato, nervoso o
superiore, al contrario di lei che aveva sbuffato e addirittura si
sentiva ferita nell'orgoglio.
LA MORALE :
Quante volte nella nostra vita mangeremo o avremo mangiato i
biscotti di un altro senza saperlo?
Prima di arrivare ad una conclusione affrettata e prima dipensare
male delle persone, GUARDA attentamente le cose, molto spesso non
sono come sembrano!!!!
Esistono 5 cose nella vita che non si RECUPERANO:
Una pietra dopo averla lanciata.
Una parola dopo averla detta.
Un'opportunità dopo averla persa.
Il tempo dopo esser passato.
L'amore per chi non lotta.
Qualcuno una volta ha detto:
Lavora come se non avessi bisogno dei soldi.
Ama come se nessuno ti avesse mai fatto soffrire.
Balla come se nessuno ti stesse guardando.
Canta come se nessuno ti stesse sentendo.
Vivi come se il Paradiso fosse sulla Terra.
lunedì 13 dicembre 2010
Tante piccole storie fanno la Storia: Mi Lay Four
My Lai Four: la storia di un massacro |
Sud-Vietnam, 16 marzo 1968. Un intero villaggio raso al suolo dalle truppe statunitensi, quasi tutti i suoi abitanti trucidati. 347 morti secondo l'esercito americano, altre stime parlano di più di 400 vittime: tutti civili, soprattutto anziani, donne e bambini.
È stata storia vera, ora è anche un film. My Lai Four, regia di Paolo Bertola, è uscito nelle sale il 10 dicembre e racconta questa drammatica vicenda. Liberamente tratto dall'omonimo romanzo di Seymur Hersh (vincitore nel 1970 del premio Pulitzer per aver raccontato questa strage), è un film duro, un pugno nello stomaco che mostra crudamente a cosa può portare la guerra. Un film che mostra i fatti, senza pietà alcuna per lo spettatore, perché per gli abitanti di My Lai ce n'è stata poca, di pietà, e tanta morte, violenza, stupri e torture.
Il film inizia dividendosi tra la vita quotidiana nel villaggio e la quotidiana follia della guerra, fino a quando la pazzia omicida del plotone comandato dal tenente William Calley invade My Lai. "Al comando generale vogliono i numeri? E noi glieli daremo" afferma il capitano Medina arringando i soldati. "Nemico è chiunque cerchi di scappare o di nascondersi".
Una domanda che può sorgere facilmente è: "Ci serve un altro film sul Vietnam? Dopo Nato il 4 luglio, Forrest Gump, Apocalipse Now, Full Metal Jacket, Il cacciatore... c'è ancora qualcosa da dire senza essere retorici?".
La risposta è sì, perché non è solo un film di guerra e sulla guerra, è anche un film introspettivo. Si apre una finestra sulla mente dei soldati, da quelli che cercano di opporsi all'eccidio, a quelli che si esaltano per la distruzione delle vite altrui, fino al tenente che urla "Io sono Dio!!!"
E' interessante il confronto fra le reazioni dei militari "buoni" che cercano di salvare i superstiti ("Oh mio Dio, ma quelli sono civili!!") e gli inermi vietnamiti ("Perché ci state facendo questo? Noi siamo esseri umani!!")
Questo, inoltre, è un film sulla distruzione di un popolo. Le stime parlano di 60.000 morti americani, e di 1 milione e mezzo di combattenti vietnamiti e di 4 milioni di civili. Sono cifre folli, da genocidio: numeri folli, storia folle.
Il sogno di Marja
Marja Sabadini ha una storia incredibile. Nata da padre italiano (valdostano, arruolatosi a suo tempo nella legione straniera francese e poi, da lì, trasferito in Vietnam) e madre vietnamita (soldato anche lei), ha vissuto i primi sette anni della sua vita in Vietnam a contatto diretto con la guerra: una famiglia "militare", drammi e sangue quotidianamente davanti agli occhi. E poi il tragico episodio della fuga dal Vietnam, all'aeroporto di Saigon: la corsa dell'intera famiglia verso quell'elicottero che doveva portarli tutti insieme verso la salvezza in Europa e, invece, la scomparsa - letterale - della sorellina, impigliata nel filo spinato e inghiottita dalla folla.
Dice Enrico Sabena, compositore: “Mentre stavo realizzando le musiche per il film My Lai Four, ho saputo dell'esistenza, vicino alla mia città, di questa signora, che da bambina aveva vissuto sulla pelle il dramma della guerra del Vietnam. Con delicatezza, l'ho invitata in studio: lei, commossa nel ricordo della sua infanzia straziata, è venuta. Con il suo racconto, mi ha fatto fare uno scatto in termini di profondità e umanità: ha chiesto non solo di partecipare, scrivendo e cantando (con la figlia) un testo vietnamita su una mia melodia struggente, ma mi ha addirittura successivamente cantato una nenia, una filastrocca che i bambini vietnamiti cantavano ciclicamente durante i momenti più drammatici, (per poter di fatto entrare in "trance" con la musica e resistere anche dinanzi alle scene di sangue...)."
E il film inizia e si conclude così, a luci spente, con la filastrocca di Marja cantata insieme alle figlie.
Questa collaborazione ha potuto dare visibilità alla storia di Marja, che ha così trovato delle associazioni e persone che la supportano e vogliono rendere reale il suo sogno. Ora, a distanza di 35 anni, lascerà l'Italia e tornerà in Vietnam per provare a cercare questa sorella, di cui non ha più avuto notizie in tutto questo tempo.
Beniamino Trucco
domenica 5 dicembre 2010
Benzo(a)pirene: una brutta storia italiana
BENZO(A)PIRENE, COSA POSSIAMO FARE |
Ci sono sostanze cancerogene e leggi anziché tutelare i cittadini rimandano al 2013 la salute.
C’è chi è da tempo che ne parla, con competenza e insistenza. Qui sotto c'è un documento .pdf con le informazioni fondamentali su cosa è il benzo(a)pirene, quali sono i rischi per la salute, chi afferma che ci sono rischi, perchè e per colpa di chi corriamo rischi: sono tutti articoli presi dal sito Peacelink.
La campagna di Peacelink ha smosso le acque, una deputata (Elisabetta Zamparutti) ha presentato una risoluzione in Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati per garantire da ora (e non dal 2013) sanzioni per chi sfora il limite minimo stabilito per legge.
Noi, privati singoli cittadini, possiamo far sentire la nostra voce, possiamo chiedere che lo Stato non permetta la diffusione di sostanze altamente cancerogene senza fare nulla.
Con una firma, con tante firme, e mandando i moduli alla commissione Ambiente della Camera. Qui sotto ci sono, sempre in .pdf, moduli e indicazioni precise per la procedura.
mercoledì 1 dicembre 2010
DEDICATA ALLE DONNE INTELLIGENTI
Anche se non pratica del lago, una donna decide di uscire in barca.
Accende il motore e si spinge ad una piccola distanza: spegne, butta l´ancora e si mette a leggere il suo libro.
Arriva una Guardia Forestale in barca. Si avvicina e le dice: "Buongiorno, Signora, Cosa sta facendo?"
"Sto leggendo un libro - risponde lei (pensando "non è forse ovvio?!?")
"Lei si trova in una Zona di Pesca Vietata" le dice
"Mi dispiace, agente, ma non sto pescando. Sto leggendo".
"Sì, ma ha tutta l´attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare
in qualsiasi momento. Devo portarla con me e fare rapporto".
"Se lo fa agente, dovrò denunciarla per molestia sessuale" dice la donna.
"Ma se non l´ho nemmeno toccata!" dice la Guardia Forestale
"Questo è vero, ma possiede tutta l´attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento."
“Le auguro buona giornata signora" e la guardia se ne va.
MORALE: Mai discutere con una donna che legge. E´ probabile che sappia anche pensare.
Accende il motore e si spinge ad una piccola distanza: spegne, butta l´ancora e si mette a leggere il suo libro.
Arriva una Guardia Forestale in barca. Si avvicina e le dice: "Buongiorno, Signora, Cosa sta facendo?"
"Sto leggendo un libro - risponde lei (pensando "non è forse ovvio?!?")
"Lei si trova in una Zona di Pesca Vietata" le dice
"Mi dispiace, agente, ma non sto pescando. Sto leggendo".
"Sì, ma ha tutta l´attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare
in qualsiasi momento. Devo portarla con me e fare rapporto".
"Se lo fa agente, dovrò denunciarla per molestia sessuale" dice la donna.
"Ma se non l´ho nemmeno toccata!" dice la Guardia Forestale
"Questo è vero, ma possiede tutta l´attrezzatura. Per quanto ne so potrebbe cominciare in qualsiasi momento."
“Le auguro buona giornata signora" e la guardia se ne va.
MORALE: Mai discutere con una donna che legge. E´ probabile che sappia anche pensare.
domenica 28 novembre 2010
venerdì 26 novembre 2010
mercoledì 24 novembre 2010
Riflessione sulla nonviolenza e il perdono
La nonviolenza è, lo sappiamo bene, trasformazione creativa dei conflitti.
Eppure, l'esperienza quotidiana delle relazioni interpersonali ci mostra che in taluni casi non solo i conflitti non si risolvono, ma che è addirittura impossibile sperimentare modi di separazione giusta, di riconciliazione pur nella distanza, di scambio tra le parti configgenti improntato a umanità.
Eppure, l'esperienza quotidiana delle relazioni interpersonali ci mostra che in taluni casi non solo i conflitti non si risolvono, ma che è addirittura impossibile sperimentare modi di separazione giusta, di riconciliazione pur nella distanza, di scambio tra le parti configgenti improntato a umanità.
È il fallimento della nonviolenza? Direi di no, ma anzi la circostanza in cui si rivela che la nonviolenza è innanzi tutto un difficile percorso interiore, una conquista spirituale. Ogni essere umano è infatti uno scrigno misterioso, che non va forzato ma rispettato nella sua differenza, anche nella sua volontà di non soluzione. È allora, di fronte alla chiusura dell'altro, quando ogni forma di dialogo viene rifiutata, che occorre fare appello alla propria forza d'animo, per trasformare creativamente il conflitto dentro di sé, traendone comunque un guadagno di riflessione e di crescita spirituale.
È il momento in cui ci scopriamo deboli nel nostro orgoglio. Ma se "amare puramente significa consentire alla distanza", secondo Simone Weil, allora anche nella distanza non più colmabile, non voluta o non accettata, c'è amore.
"Gli uomini ci debbono quel che noi immaginiamo ci daranno. Rimettere loro questo debito. Accettare che essi siano diversi dalle creature della nostra immaginazione. Anch'io sono diversa da quella che m'immagino essere. Saperlo è il perdonoSimone Weil
martedì 23 novembre 2010
Un giorno vennero a prendere me...
Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertold Brecht)
e fui contento perchè rubacchiavano.
Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto perchè mi stavano antipatici.
Poi vennero a prendere gli omosessuali
e fui sollevato perché mi erano fastidiosi.
Poi vennero a prendere i comunisti
ed io non dissi niente perchè non ero comunista.
Un giorno vennero a prendere me
e non c'era rimasto nessuno a protestare.
(Bertold Brecht)
lunedì 22 novembre 2010
Ah questi preti comunisti...
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Micromega
domenica 21 novembre 2010
Ora e Sempre Resistenza!
LO AVRAI CAMERATA KESSELRING
IL MONUMENTO CHE PRETENDI DA NOI ITALIANI
MA CON CHE PIETRA SI COSTRUIRÀ A DECIDERLO TOCCA A NOI
NON COI SASSI AFFUMICATI
DEI BORGHI INERMI STRAZIATI DAL TUO STERMINIO
NON COLLA TERRA DEI CIMITERI
DOVE I NOSTRI COMPAGNI GIOVINETTI
RIPOSANO IN SERENITÀ
NON COLLA NEVE INVIOLATA DELLE MONTAGNE
CHE PER DUE INVERNI TI SFIDARONO
NON COLLA PRIMAVERA DI QUESTE VALLI
CHE TI VIDE FUGGIRE
MA SOLTANTO COL SILENZIO DEI TORTURATI
PIÚ DURO D'OGNI MACIGNO
SOLTANTO CON LA ROCCIA DI QUESTO PATTO
GIURATO FRA UOMINI LIBERI
CHE VOLONTARI S'ADUNARONO
PER DIGNITÀ NON PER ODIO
DECISI A RISCATTARE
LA VERGOGNA E IL TERRORE DEL MONDO
SU QUESTE STRADE SE VORRAI TORNARE
AI NOSTRI POSTI CI TROVERAI
MORTI E VIVI COLLO STESSO IMPEGNO
POPOLO SERRATO INTORNO AL MONUMENTO
CHE SI CHIAMA
ORA E SEMPRE RESISTENZA!
(A. Calamandrei)
sabato 20 novembre 2010
Campo di calcio ogm 2
venerdì 19 novembre 2010
mercoledì 17 novembre 2010
L'anfora imperfetta
L'ANFORA IMPERFETTA
Ogni giorno, un contadino portava l'acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che legava sulla groppa dell’asino, che gli trotterellava accanto.
Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua.
L'altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia.
L'anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l'anfora nuova non perdeva l'occasione di far notare la sua perfezione: «Non perdo neanche una stilla d'acqua, io!».
Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone: «Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite».
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all'anfora screpolata e le disse:
«Guarda il bordo della strada».
«È bellissimo, pieno di fiori».
«Solo grazie a te» disse il padrone. «Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada. Io ho comprato un pacchetto di semi di fiori e li ho seminati lungo la strada, e senza saperlo e senza volerlo, tu li innaffi ogni giorno».
Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se lo vogliamo, Dio sa fare meraviglie con le nostre imperfezioni.
Ho fatto tanti sogni che non si sono mai avverati. Li ho visti svanire all'alba. Ma quel poco che grazie a Dio si è attuato, mi fa venire voglia di sognare ancora.
Ho formulato tante preghiere senza ricevere risposta, pur avendo atteso a lungo e con pazienza, ma quelle poche che sono state esaudite mi fanno venire voglia di pregare ancora.
Mi sono fidato di tanti amici che mi hanno abbandonato e mi hanno lasciato a piangere da solo, ma quei pochi che mi sono stati fedeli mi fanno venire voglia di avere ancora fiducia.
Ho sparso tanti semi che sono caduti per la strada e sono stati mangiati dagli uccelli, ma i pochi covoni dorati che ho portato fra le braccia, mi fanno venire voglia di seminare ancora.
Bruno Ferrero, 365 piccole storie per l'anima
lunedì 15 novembre 2010
Gentilezza a casaccio
Praticate gentilezza a casaccio
e atti di bellezza privi di senso
Annie Hebert
attivista per la pace
e atti di bellezza privi di senso
Annie Hebert
attivista per la pace
Aprendo il giornale del mattino
troviamo dei titoli inquietanti:
ancora atti casuali di violenza insensata
Per motivi futili si uccide, si colpiscono selvaggiamente persone inermi...
Ogni giorno leggiamo esterrefatti questi avvenimenti
Sembra che il mondo intero sia impazzito!
Qualcosa si deve pur fare...
Ho trovato questa proposta:
troviamo dei titoli inquietanti:
ancora atti casuali di violenza insensata
Per motivi futili si uccide, si colpiscono selvaggiamente persone inermi...
Ogni giorno leggiamo esterrefatti questi avvenimenti
Sembra che il mondo intero sia impazzito!
Qualcosa si deve pur fare...
Ho trovato questa proposta:
Praticate gentilezza a casaccio
e atti di bellezza privi di senso
E' uno slogan che si è diffuso da po' di tempo negli Stati Uniti e che ho recuperato dal web.
Lo trovo geniale e sempre valido, in tutti i tempi e a tutte le latitudini.
E' una gelida giornata invernale a San Francisco.
Una donna su un'auto, con i regali di Natale accatastati sul sedile posteriore, arriva al casello del pedaggio per il ponte sulla baia.
"Pago per me e per le sei auto dietro di me", dice con un sorriso.
Uno dopo l'altro, i sei automobilisti arrivano al casello, dollari in mano,
solo per sentirsi dire:
"Una signora lì davanti ha già pagato il biglietto per lei.
Buona giornata".
La donna dell'auto, si venne a sapere, aveva letto qualcosa su un biglietto attaccato ad un nastro adesivo al frigorifero di un amico:
"Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso".
La frase sembrò rivolta direttamente a lei, e se la ricopiò.
e atti di bellezza privi di senso
E' uno slogan che si è diffuso da po' di tempo negli Stati Uniti e che ho recuperato dal web.
Lo trovo geniale e sempre valido, in tutti i tempi e a tutte le latitudini.
E' una gelida giornata invernale a San Francisco.
Una donna su un'auto, con i regali di Natale accatastati sul sedile posteriore, arriva al casello del pedaggio per il ponte sulla baia.
"Pago per me e per le sei auto dietro di me", dice con un sorriso.
Uno dopo l'altro, i sei automobilisti arrivano al casello, dollari in mano,
solo per sentirsi dire:
"Una signora lì davanti ha già pagato il biglietto per lei.
Buona giornata".
La donna dell'auto, si venne a sapere, aveva letto qualcosa su un biglietto attaccato ad un nastro adesivo al frigorifero di un amico:
"Praticate gentilezza a casaccio e atti di bellezza privi di senso".
La frase sembrò rivolta direttamente a lei, e se la ricopiò.
Ora la frase si sta diffondendo, su adesivi, sui muri,
in fondo alle lettere e ai biglietti da visita.
Con il suo propagarsi, si diffonde anche la visione di una guerriglia della bontà.
in fondo alle lettere e ai biglietti da visita.
Con il suo propagarsi, si diffonde anche la visione di una guerriglia della bontà.
La cosa interessante è che questi atti sono casuali, non richiesti,
del tutto spontanei, fatti solo per far sorridere la gente,
per farla sentire meglio.
E non si può essere destinatari di tali gentilezze senza provare uno choc,
un sobbalzo piacevole.
Se voi foste stati fra quegli automobilisti che si trovarono il biglietto del ponte pagato, chissà cosa sareste stati ispirati a fare per qualcun altro più tardi...
Avreste dato la precedenza a qualcuno all'incrocio?
Avreste sorriso a un impiegato stanco?
O qualcosa di più importante, di più grande?
Come tutte le rivoluzioni, la guerriglia della bontà comincia lentamente,
con un unico atto,
ma poi dilaga ed è irrefrenabile.
Che sia OGGI il Nostro.
del tutto spontanei, fatti solo per far sorridere la gente,
per farla sentire meglio.
E non si può essere destinatari di tali gentilezze senza provare uno choc,
un sobbalzo piacevole.
Se voi foste stati fra quegli automobilisti che si trovarono il biglietto del ponte pagato, chissà cosa sareste stati ispirati a fare per qualcun altro più tardi...
Avreste dato la precedenza a qualcuno all'incrocio?
Avreste sorriso a un impiegato stanco?
O qualcosa di più importante, di più grande?
Come tutte le rivoluzioni, la guerriglia della bontà comincia lentamente,
con un unico atto,
ma poi dilaga ed è irrefrenabile.
venerdì 12 novembre 2010
lunedì 8 novembre 2010
Autostima
"Signor Direttore, ritengo che il mio salario non sia adeguato alle mie capacità!"
"Lo so bene, mia cara. Ma non possiamo mica lasciarla morire di fame..."
"Lo so bene, mia cara. Ma non possiamo mica lasciarla morire di fame..."
Il mio nome
Mi chiamo Roberto. Per motivi “di famiglia”, come per molti di noi. Mia zia, sorella di mio padre, si chiamava Roberta, un nome che quando nacque, negli anni ’20, andava di moda per un film “Roberta” che aveva ottenuto un gran successo. Gli altri nomi di famiglia erano già occupati e Roberto la spuntò su “Stefano”, sostenuto da mia madre che soccombette nella dialettica coniugale (non era la prima volta e non fu l’ultima…).
Il nome che portavo mi piaceva. Era forse l’unica cosa che mi piaceva di me. Suonava bene, non era antiquato o strapaesano, era il nome di molti calciatori e in particolare di un idolo della mia infanzia, il portiere della Juventus Roberto Anzolin. Quando seppi che era un nome di origine germanica e che per di più significava “circonfuso di gloria” la mia soddisfazione raggiunse i vertice dell’eccellenza. La Germania voleva dire efficienza, serietà, combattività, tutti valori nei quali mi riconoscevo. Mi sentivo un po’ Sigfrido e un po’ Beckenbauer.
Anche il Santo che festeggiavo in occasione dell’onomastico aveva qualcosa di speciale. Ce ne erano due sul calendario. Mia madre decise che andava festeggiato il giorno di San Roberto Bellarmino. Un santo con un cognome (che inoltre suonava così bene…) mi sembrava più importante di un santo qualunque. L’onomastico era puntualmente festeggiato con auguri, doni e torta. Quando ero piuttosto piccolo e i miei lavoravano entrambi, ricordo benissimo di aver trovato i regali sul comodino, al risveglio. Un bel risveglio! C’era una bellissima e coloratissima paletta di plastica da vigile urbano… Ricordo ancora l’emozione.
Mia madre mi chiamava Roby, come anche oggi mi chiama mia moglie. Un soprannome che mi piaceva molto. Credevo che anche Robin Hood portasse il mio nome. All’epoca nella tv in bianco e nero della quale aspettavo spasmodicamente fino alle 17.30 la “Tv dei ragazzi” c’era una serie di telefilm sull’arciere di Sherwood che era, con Lancillotto, il mio eroe preferito. Per fortuna ero abbastanza grande quando seppi che Robin vuol dire semplicemente “usignolo”.
Mi piacquero anche altri diminutivi che mi affibbiarono, primo fra tutti “Bob”. C’era l’imbarazzo della scelta per le identificazioni: da Bob Kennedy a Bob Morse, mitico e fortissimo giocatore di pallacanestro, lo sport in cui riuscivo meglio, nonché astro della mia squadra preferita. I compagni mi chiamavano addirittura così, quando centravo il canestro nel campionato del liceo: “Bob Morse ha colpito ancora”. E infatti mi feci cucire il suo numero 9 sulla maglietta.
Non ho mai avuto problemi a rispondere al “come ti chiami?” delle ragazze. Mi vergognavo molto di più del mio nasone, della mia magrezza scheletrica, della mia timidezza. Del nome, no. Quello era lo sperone del mio rompighiaccio nei rapporti con gli altri. In un certo senso lo è ancora, quando lo posso spendere.
sabato 6 novembre 2010
Ricordo di Lia
Lia Trucco ci ha lasciato troppo presto. Suonava la chitarra. Oggi è in cielo e sicuramente anche lassù ha una chitarra. Per riempire l'azzurro di note dolcissime
venerdì 5 novembre 2010
La preghiera di Kirk Kilgour (Los Angeles, 28 dicembre 1947 – Roma, 10 luglio 2002)
Kirk Kilgour aveva ricevuto tutto dalla vita. Bellezza, forza, successo. Era giovane, adorato dai suoi ammiratori, ben pagato per giocare a pallavolo in serie A, in Italia. In un giorno qualunque, durante un anonimo allenamento, la sua testa rimase incastrata tra due tappeti della palestra, il collo ebbe una torsione innaturale. Tetraplegico.
In una preghiera ha lasciato un ricordo che non passa, più importante di cento scudetti e di mille schiacciate ben riuscite.
Chiesi a Dio di essere forte
per eseguire progetti grandiosi:
Egli mi rese debole per conservarmi nell’umiltà.
Domandai a Dio che mi desse la salute
per realizzare grandi imprese:
Egli mi ha dato il dolore per comprenderla meglio.
Gli domandai la ricchezza per possedere tutto:
mi ha fatto povero per non essere egoista.
Gli domandai il potere
perché gli uomini avessero bisogno di me:
Egli mi ha dato l’umiliazione perché io avessi bisogno di loro.
Domandai a Dio tutto per godere la vita:
mi ha lasciato la vita perché potessi apprezzare tutto.
Signore, non ho ricevuto niente di quello che chiedevo,
ma mi hai dato tutto quello di cui avevo bisogno
e quasi contro la mia volontà.
Le preghiere che non feci furono esaudite.
Sii lodato; o mio Signore,
fra gli uomini nessuno possiede quello che ho io!
Kirk Kilgour. L'Angelo della pallavolo
giovedì 4 novembre 2010
mercoledì 3 novembre 2010
Un gigante: Gilbert Bécaud. Il suo capolavoro: Et maintenant
E adesso cosa farò
di tutto questo tempo cosa sarà la mia vita?
e tutte queste persone che mi sono indifferenti...
ora che sei partita.
Tutte queste notti, perchè per chi
e questo mattino che viene per niente
questo cuore che batte, per chi, perchè
e ora cosa farò
verso quale niente scivolerà la mia vita
e tutte queste persone che mi sono indifferenti...
ora che sei partita.
Tutte queste notti, perchè per chi
e questo mattino che viene per niente
questo cuore che batte, per chi, perchè
che batte troppo forte, troppo forte.
e ora cosa farò
verso quale nulla scivolerà la mia vita
tu mi hai lasciato tutta la terra
ma la terra senza te è piccola.
Voi, amici miei, siate gentili
sapete bene che non si ci si può far nulla
anche Parigi muore di noia
tutte le strade mi uccidono
e ora cosa farò
riderò per non piangere
brucerò notti intere
al mattino ti odierò
e una sera nel mio specchio
vedrò la fine del mio cammino
non un fiore e non una lacrima
al momento dell'addio
non ho veramente più niente da fare
Non ho veramente più niente...
di tutto questo tempo cosa sarà la mia vita?
e tutte queste persone che mi sono indifferenti...
ora che sei partita.
Tutte queste notti, perchè per chi
e questo mattino che viene per niente
questo cuore che batte, per chi, perchè
e ora cosa farò
verso quale niente scivolerà la mia vita
e tutte queste persone che mi sono indifferenti...
ora che sei partita.
Tutte queste notti, perchè per chi
e questo mattino che viene per niente
questo cuore che batte, per chi, perchè
che batte troppo forte, troppo forte.
e ora cosa farò
verso quale nulla scivolerà la mia vita
tu mi hai lasciato tutta la terra
ma la terra senza te è piccola.
Voi, amici miei, siate gentili
sapete bene che non si ci si può far nulla
anche Parigi muore di noia
tutte le strade mi uccidono
e ora cosa farò
riderò per non piangere
brucerò notti intere
al mattino ti odierò
e una sera nel mio specchio
vedrò la fine del mio cammino
non un fiore e non una lacrima
al momento dell'addio
non ho veramente più niente da fare
Non ho veramente più niente...
La vita, i ricordi...
...ce lo sentiamo tutti qua, come un'angoscia nella gola, il gusto della vita, che non si soddisfa mai, che non si può mai soddisfare, perché la vita, nell'atto stesso che la viviamo, è così sempre ingorda di se stessa, che non si lascia assaporare. Il sapore è nel passato, che ci rimane vivo dentro. Il gusto della vita ci viene di là, dai ricordi che ci tengono legati.
Luigi Pirandello "L'uomo dal fiore in bocca"
lunedì 1 novembre 2010
venerdì 29 ottobre 2010
giovedì 28 ottobre 2010
"Senso degli affari... " Umorismo nero dalla Francia (merci Silencepat!)
- Buongiorno, vorrei un buon cannocchiale.
- Le consiglio questo modello. Il migliore! Vedete quella casa laggiù sulla collina, a tre chilometri di distanza? E' come se foste lì!
- Sìììì! Vedo tutto! E ci sono due, laggiù, che non si annoiano proprio...
- Mi faccia vedere... !!! ... Quella è casa mia!!! Se mette una pallottola in testa a mia moglie e una nel collo di quel tipo, le regalo il cannocchiale!
- Se tiro adesso, ne basta una sola...
Tutto passa... Passerai anche tu, premier
Benigni, Roberto - Se quella notte per divin consiglio
"Se quella notte per divin consiglio,
la Donna Rosa, concependo Silvio,
avesse dato a un uomo di Milano,
invece della topa il deretano,
l'avrebbe preso in culo quella sera
sol Donna Rosa e non l'Italia intera"
mercoledì 27 ottobre 2010
Mi sembra importante
Mi sembra importante:
possiamo cercare di fermare certe iniziative che attingono a fondi pubblici per andare a vantaggio dell’immagine di “uno” solo.
Se lo ritieni opportuno, collegati al sito http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp e incolla il seguente testo nello spazio preposto.
Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che desidero assolutamente NON riceverlo, essendo un mio diritto in base alla legge per la tutela della privacy n. 675/1996 ed il relativo D.P.R. n. 501/1998, nella fattispecie articolo 13 comma e), e che la spesa relativa che si risparmierà venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica istruzione e/o del Ministero
della Sanità.
Ringraziando per l'attenzione, porgo distinti saluti.
possiamo cercare di fermare certe iniziative che attingono a fondi pubblici per andare a vantaggio dell’immagine di “uno” solo.
Se lo ritieni opportuno, collegati al sito http://www.governo.it/scrivia/scrivi_a_trasparenza.asp e incolla il seguente testo nello spazio preposto.
Con riferimento all'annuncio del Presidente del Consiglio On. Silvio Berlusconi di inviare ad ogni famiglia italiana il libro "Due anni di governo", mi preme comunicarVi che desidero assolutamente NON riceverlo, essendo un mio diritto in base alla legge per la tutela della privacy n. 675/1996 ed il relativo D.P.R. n. 501/1998, nella fattispecie articolo 13 comma e), e che la spesa relativa che si risparmierà venga messa a disposizione del Ministero della Pubblica istruzione e/o del Ministero
della Sanità.
Ringraziando per l'attenzione, porgo distinti saluti.
La valise de l'acteur, par Francesco De Gregori
Le feu de l'art brûle dans les petites compagnies aussi, celles qui portent leurs spectacles en banlieue. Les rêves des acteurs sont dans une valise, laissée dans un rege dans l'attente du spectacle. Peu argent, peu de gloire, beaucoup de passion. La valise de l'acteur, par Francesco De Gregori
Voici, je suis ici...
je suis venu à voir
l'étrange effet qui fait
mon visage dans vos yeux
et combien de gens sont
et si ce soir il gagne quelque lire
pour cette voix qu'il devrait arriver jusqu'à la la dernière file
au-delà l'obscurité qui est
et le silence qui se fait lentement
et la lumière qui taille mon visage
et à l'improviste voici, je suis ici!
nous sommes l'amant et la mariée, nous sommes arrivés jusque ici
l'acteur et le “sciantosa” et nous sommes prêts à la chose quelconque pour rester ici
nous sommes le père et la fille arrivées jusque ici
nous sommes une grande famille
nous avons seulement laissé un moment
notre valise de là,
en le déjà vieux loge,
entre un évier et un seau,
entre une affiche et le miroir
entre une affiche et le miroir…
Voici nous sommes ici!
Nous sommes venus pour peu parce que pour peu on va
et le rideau est descendu déjà
sur cette vie que n'est pas beaucup proper
et il rappelle la couleur de certains draps de certains hotels
qu'ils savent déjà notre nom et ils nous demandent non plus le document d'identité
et alors… voici nous sommes ici! Venu pour rien parce que pour rien on va
et plusieurs fois nous nous inclinons et nous remercions infiniment…
498 deputati contro l'eliminazione del vitalizio che a noi contribuenti costa 150 milioni l'anno. E poi parlano tutti di rinnovamento... Che schifo!!!
Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi dell'Italia dei Valori ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Ecco com'è finita:
* Presenti 525
* Votanti 520
* Astenuti 5
* Maggioranza 261
* Hanno votato sì 22
* Hanno votato no 498.
i 22 sono: BARBATO, BORGHESI, CAMBURSANO, DI GIUSEPPE, DI PIETRO, DI STANISLAO, DONADI, EVANGELISTI, FAVIA, FORMISANO, ANIELLO, MESSINA, MONAI, MURA, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PIFFARI, PORCINO, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI, ZAZZERA.
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
"Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno."
Non ne hanno datto notizia né radio, né giornali, né TV ovviamente.
Ecco com'è finita:
* Presenti 525
* Votanti 520
* Astenuti 5
* Maggioranza 261
* Hanno votato sì 22
* Hanno votato no 498.
i 22 sono: BARBATO, BORGHESI, CAMBURSANO, DI GIUSEPPE, DI PIETRO, DI STANISLAO, DONADI, EVANGELISTI, FAVIA, FORMISANO, ANIELLO, MESSINA, MONAI, MURA, PALADINI, PALAGIANO, PALOMBA, PIFFARI, PORCINO, RAZZI, ROTA, SCILIPOTI, ZAZZERA.
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera :
"Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti quesiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno."
Non ne hanno datto notizia né radio, né giornali, né TV ovviamente.
martedì 26 ottobre 2010
"Gloria": un capolavoro poco conosciuto di Michel Polnareff
Anche se mi dici che è finita, che te ne vai,
anche se non c’è la minima speranza di rivederci
ricorda, dovunque tu sia nell’universo,
che io bevo nel tuo fiume e vedo la tua luce
anche se non c’è la minima speranza di rivederci
ricorda, dovunque tu sia nell’universo,
che io bevo nel tuo fiume e vedo la tua luce
Gloria, Gloria, non ti ho saputo amare
mi devi perdonare e ritornare sulla mia riva
oh Gloria, Gloria, perché mi hai lasciato?
Avrei dovuto conservarti ben chiusa in una gabbia…
Anche se mi dicono che sono pazzo a crederci ancora
ti amo e ti aspetterò senza stancarmi finché vivrò
ricordati che alla fine del lungo cammino io sarò là,
mi devi perdonare e ritornare sulla mia riva
oh Gloria, Gloria, perché mi hai lasciato?
Avrei dovuto conservarti ben chiusa in una gabbia…
Anche se mi dicono che sono pazzo a crederci ancora
ti amo e ti aspetterò senza stancarmi finché vivrò
ricordati che alla fine del lungo cammino io sarò là,
io ti appartengo e t’aspetterò ogni mattina
Gloria, Gloria, non ti ho saputo amare
mi devi perdonare e impedire il mio naufragio
oh Gloria, Gloria, perché mi hai lasciato?
Non ho meritato di finire da solo questo lungo viaggio
Parlare con Dio è un modo di pregare. Come ha fatto George Harrison
My sweet Lord, I really want to see you
Really want to be with you, really want to see you Lord
But it takes so long, my Lord...
I really want to know you, really want to go with you
Really want to show you Lord that it won't take long, my lord...
lunedì 25 ottobre 2010
venerdì 22 ottobre 2010
mercoledì 20 ottobre 2010
Cirano: rabbia e amore.
Dentro queste parole ci può stare un intera vita e ci starebbe larga. Un testo-poesia accompagnato dalla musica magica di Guccini
Venite pure avanti, voi con il naso corto, signori imbellettati, io più non vi sopporto,
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.
Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d' essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi...
Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita;
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano
infilerò la penna ben dentro al vostro orgoglio perchè con questa spada vi uccido quando voglio.
Venite pure avanti poeti sgangherati, inutili cantanti di giorni sciagurati,
buffoni che campate di versi senza forza avrete soldi e gloria, ma non avete scorza;
godetevi il successo, godete finchè dura, che il pubblico è ammaestrato e non vi fa paura
e andate chissà dove per non pagar le tasse col ghigno e l' ignoranza dei primi della classe.
Io sono solo un povero cadetto di Guascogna, però non la sopporto la gente che non sogna.
Gli orpelli? L'arrivismo? All' amo non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Facciamola finita, venite tutti avanti nuovi protagonisti, politici rampanti,
venite portaborse, ruffiani e mezze calze, feroci conduttori di trasmissioni false
che avete spesso fatto del qualunquismo un arte, coraggio liberisti, buttate giù le carte
tanto ci sarà sempre chi pagherà le spese in questo benedetto, assurdo bel paese.
Non me ne frega niente se anch' io sono sbagliato, spiacere è il mio piacere, io amo essere odiato;
coi furbi e i prepotenti da sempre mi balocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Ma quando sono solo con questo naso al piede
che almeno di mezz' ora da sempre mi precede
si spegne la mia rabbia e ricordo con dolore
che a me è quasi proibito il sogno di un amore;
non so quante ne ho amate, non so quante ne ho avute,
per colpa o per destino le donne le ho perdute
e quando sento il peso d' essere sempre solo
mi chiudo in casa e scrivo e scrivendo mi consolo,
ma dentro di me sento che il grande amore esiste,
amo senza peccato, amo, ma sono triste
perchè Rossana è bella, siamo così diversi,
a parlarle non riesco: le parlerò coi versi, le parlerò coi versi...
Venite gente vuota, facciamola finita, voi preti che vendete a tutti un' altra vita;
se c'è, come voi dite, un Dio nell' infinito, guardatevi nel cuore, l' avete già tradito
e voi materialisti, col vostro chiodo fisso, che Dio è morto e l' uomo è solo in questo abisso,
le verità cercate per terra, da maiali, tenetevi le ghiande, lasciatemi le ali;
tornate a casa nani, levatevi davanti, per la mia rabbia enorme mi servono giganti.
Ai dogmi e ai pregiudizi da sempre non abbocco e al fin della licenza io non perdono e tocco,
io non perdono, non perdono e tocco!
Io tocco i miei nemici col naso e con la spada, ma in questa vita oggi non trovo più la strada.
Non voglio rassegnarmi ad essere cattivo,
tu sola puoi salvarmi, tu sola e te lo scrivo:
dev' esserci, lo sento, in terra o in cielo un posto
dove non soffriremo e tutto sarà giusto.
Non ridere, ti prego, di queste mie parole,
io sono solo un' ombra e tu, Rossana, il sole,
ma tu, lo so, non ridi, dolcissima signora
ed io non mi nascondo sotto la tua dimora
perchè oramai lo sento, non ho sofferto invano,
se mi ami come sono, per sempre tuo, per sempre tuo, per sempre tuo...Cirano
Grazie a Emanuele che me l'ha fatta conoscere
martedì 19 ottobre 2010
AME CALINE
http://www.youtube.com/watch?v=U7PGTrc5Ldc
Chi ricorda Michel Polnareff? La poesia delle sue canzoni? Non molti,
almeno in Italia. Dedicata a tutte le ames calines del mondo...
Chi ricorda Michel Polnareff? La poesia delle sue canzoni? Non molti,
almeno in Italia. Dedicata a tutte le ames calines del mondo...
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