venerdì 21 gennaio 2011

lunedì 10 gennaio 2011

Una bella iniziativa

Giovedì 13 gennaio 2011 - ore 20,45
Antico Palazzo Comunale – Salita al Castello - Saluzzo
“My Lai Four” e il “Sogno di Marja” – due sguardi ravvicinati alla Guerra del Vietnam
Incontro con Enrico Sabena, autore della colonna sonora del film “My Lai Four” e Marja Sabadini
Conduce Alberto Gedda, giornalista Rai


“MY LAI FOUR” E“IL SOGNO DI MARJA” – due sguardi ravvicinati alla Guerra del Vietnam
Con la partecipazione di Marja Sabadini, sopravvissuta alla guerra
Il prossimo giovedì 13 gennaio, a partire dalle ore 20,45 l’Antico Palazzo Comunale ospiterà un toccante appuntamento dedicato ad una delle pagine più tristi della storia contemporanea, la guerra del Vietnam.
L’appuntamento nasce sulla scia dell’uscita nelle sale cinematografiche-  lo scorso 10 dicembre- del film “My Lai Four”, di Paolo Bertola, che racconta il massacro di My Lai: il 16 marzo 1968 i soldati statunitensi della 11a Brigata di Fanteria Leggera uccisero 347 civili, principalmente vecchi, donne e bambini, come atroce vendetta dopo uno scontro a fuoco con i Viet Cong. Lo sterminio del villaggio di My Lai fu fermato dall'equipaggio di un elicottero statunitense in ricognizione, che atterrò tra i soldati americani e i superstiti vietnamiti, minacciando di aprire il fuoco sui commilitoni, nel caso non si fossero fermati. L’episodio è stato reso noto da Seymour Hersh, giornalista del New Yorker, che, con la sua inchiesta sul massacro di My Lai, nel 1970 ha ottenuto il prestigioso premio Pulitzer.
Il film di Paolo Bertola è tratto appunto dal racconto di Hersh, e vede la partecipazione del musicista saluzzese Enrico Sabena, che ha firmato la colonna sonora della pellicola. Mentre realizzava le musiche per il film, Sabena è entrato in contatto con una signora, Marja Sabadini, che da bambina aveva assistito in prima persona agli orrori della guerra del Vietnam. Questa signora, che oggi risiede a Pinerolo, ha collaborato alla produzione cinematografica cantando con figlia uno struggente testo vietnamita e una filastrocca, ripetuta ciclicamente dai bambini durante i momenti più drammatici, come per “ipnotizzarsi” ed estraniarsi così dalla crudeltà della guerra.
La vicenda personale di Marja Sabadini ha dell’incredibile: figlia di padre italiano (valdostano, che ha combattuto in Vietnam nelle file della legione straniera) e di madre vietnamita, ha vissuto i primi sette anni di vita in Vietnam, a contatto diretto con la guerra. Nel 1976, durante l’evacuazione del Vietnam, ha corso con tutta la sua famiglia verso l’elicottero che doveva portarla in salvo in Europa, ma, nella calca dell’aeroporto di Saigon, ha perduto la sorella Marlen, quindicenne, inghiottita dalla folla. Ha raccontato la sua storia al Salone del Libro di Torino dello scorso anno, partecipando al Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre con il racconto “Il Sogno di Marja”, che è stato premiato con il secondo posto e con il premio della giuria popolare. Ora, a distanza di 35 anni da quella rocambolesca partenza, Marja Sabadini lascerà l'Italia e tornerà in Vietnam per provare a cercare sua sorella, di cui non ha più avuto notizie in tutto questo tempo.
La serata del 13 gennaio sarà condotta dal giornalista Alberto Gedda, che ha raccontato la vicenda di Marja Sabadini in un servizio realizzato per la testata regionale di RaiTre. Durante la serata Marja Sabadini avrà modo di far rivivere nel dettaglio la sua commovente storiaL’Associazione Culturale
Baco “Botteghe delle arti contromano” concluderà la serata con una breve rappresentazione in omaggio a Marja, lei stessa artista di strada.

Per tutti gli interessati, si tratta di un’occasione importante per approfondire - con il racconto reale di una vita vissuta - la conoscenza su un conflitto che presenta, ancora oggi, molte zone d’ombra.

sabato 8 gennaio 2011

Una città senza donne (Roberto Vecchioni)

Piano piano (Angelo Branduardi)

E piano piano lei si svegliò...
"Alla porta stanno bussando,
là fuori c'è qualcuno che
nella notte vuole me."
E quando piano lui si svegliò
e se la vide accanto,
la sola cosa che disse fu:
"Vedi che sto morendo."
Verso la porta lei si voltò:
"Ora vorrei andare,
lo vedo che stai soffrendo,
ma non per questo ti amerò."
Allora lui richiuse gli occhi,
il capo tra le mani,
per non sentire che lei se ne andava
e già il freddo lo prendeva.
"E' così verde il mio giardino,
ora che viene maggio,
allora mi disse che per me moriva,
non per questo io lo amai."
"E' così verde il mio giardino,
ora che viene maggio,
succede a volte, crescendogli accanto
che la rosa si abbracci al rovo."